L’impatto della Voice Search sulla SEO

YOUTHQUAKE
3 min readOct 7, 2021

La voice search, ovvero la “ricerca vocale”, sta registrando negli ultimi anni una crescita costante.

Nel 2021 più del 50% delle ricerche online vengono effettuate attraverso l’utilizzo della voce; questo sta cambiando il modo in cui le persone interagiscono con i motori di ricerca e, di conseguenza, anche il criterio con cui vengono mostrati loro i risultati.

Diventerà sempre più di uso comune richiedere informazioni oralmente e sentirsi leggere le risposte da un assistente vocale, pertanto è utile elaborare i propri contenuti in ottica voice SEO (o VEO).

Partiamo con l’analizzare gli assistenti vocali presenti sul mercato. Questi dispositivi funzionano grazie ad un “cervello” che raccoglie comandi e richieste e li traduce in azioni e risposte.

I device hanno cervelli diversi, non supportano tutti lo stesso assistente vocale.

Esistono quattro assistenti vocali principali, realizzati dai maggiori player del mercato:

1. Google Assistant di Google, implementato sui dispositivi Android

2. Alexa di Amazon

3. Cortana di Microsoft

4. Siri di Apple

Parlando di VEO, la grande differenza con la SEO è che generalmente le ricerche vocali non sono “secche”, ma sono di tipo “ long-tail”, ossia lunghe e spesso anche conversazionali.

Se, per esempio, davanti ad un PC l’utente medio cerca “miglior pasticceria a Milano”, al proprio assistente virtuale chiederebbe “quale pasticceria è aperta adesso nelle vicinanze?”.

La ricerca vocale è orientata, quindi, all’ uso di domande (Chi, Come, Dove, Quando e Perchè), con intento prettamente locale (Milano oppure con la geolocalizzazione del proprio smartphone) e soprattutto più in “ stile conversazione “.

Pertanto, una delle prime cose da fare è rivendicare la presenza della propria attività su Google My Business e condividere online ulteriori informazioni riguardo alla categoria nella quale essa rientra, l’indirizzo, il numero di telefono, l’orario di apertura e altro ancora.

Inoltre, con l’uso di un linguaggio più naturale e colloquiale, ottimizzato per le ricerche vocali, acquistano una grande importanza all’interno di un sito web le sezioni di FAQ con le domande più frequenti e quelle che possono risultare più utili agli utenti.

È importante, quindi, scrivere contenuti per le persone e non per i motori di ricerca, oltre che renderli ovviamente accessibili per gli smartphone, considerando che gli assistenti vocali vengono spesso usati anche quando non si è in casa.

Per fare web marketing con la Voice Search è anche necessario ricorrere a paragrafi scorrevoli e sintetici, che sfruttino elementi tipici dell’ oralità e che non rinuncino mai alla chiarezza. Vanno scelte parole “speakable”, cioè adatte a essere riprodotte tramite audio, mai troppo lunghe o difficili.

Per quanto riguarda la strategia keywords, come accennato in precedenza, deve essere più colloquiale ed imitare il modo in cui le persone parlano e fanno domande verbalmente. Questo spesso comporta il dover includere più parole chiave all’interno della stessa frase, e sfruttare quindi le cosiddette long-tail keyword, ovvero, letteralmente, le parole chiave a coda lunga.

Per chi si occupa di e di digital marketing, questo trendnon può essere sottovalutato.

È un lavoro complesso, ma l’ ottimizzazione della ricerca vocale rende i contenuti più vicini al linguaggio umano. Questo è il momento perfetto per implementare la VEO e ottenere un vantaggio duraturo sulla concorrenza.

Originally published at https://www.youthquake.it on October 7, 2021.

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